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QUINCY JONES Vs MJJ PRODUCTIONS

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L’Estate di Michael Jackson taglia il compenso di Quincy Jones.

“A Quincy Jones spetta molto meno”

La corte d’appello della California ha stabilito che un giudice del processo che sovrintendeva alla lotta tra Quincy Jones e la MJEstate per ottenere più royalties per il suo lavoro di produttore nei dischi di Michael Jackson non avrebbe interpretato adeguatamente i contratti.

Di conseguenza, la precedente sentenza secondo la quale Quincy avrebbe avuto diritto a $ 9,4 milioni tre anni fa, è stata annullata.

Jones originariamente aveva fatto richieste per 30 milioni di dollari per progetti realizzati dopo la morte di Michael Jackson, tra cui remix di canzoni di successo e la licenza dei masters per il progetto This Is It.

Dopo un processo nel 2017, la giuria aveva emesso un verdetto secondo il quale Jones aveva diritto a quasi $ 1,6 milioni di risarcimento perché non aveva il diritto di partecipare a quei remix, ulteriori $ 5,3 milioni in utili provenienti da joint venture, circa $ 2 milioni per il progetto This Is It e $ 180K per ricavi generati da performance pubbliche estere.

Ma il caso avrebbe dovuto arrivare ad una giuria?La corte d’appello stabilisce che il giudice del tribunale superiore di Los Angeles, Michael L. Stern, avrebbe dovuto esaminare prove estrinseche sul contratto per prendere una decisione preliminare sul significato degli accordi di produzione di Jones.

Solo quando i contratti si fossero rivelati passibili di più interepretazioni e vi fosse stato un sufficiente conflitto nelle prove ti tali interpretazioni, il caso avrebbe dovuto essere sottoposto ad una giuria.”Il tribunale non ha svolto queste funzioni giudiziarie, ma ha consentito alla giuria di agire a titolo giudiziario”, cita la delibera.

Per quanto riguarda la corretta interpretazione dei contratti, la corte d’appello ha proceduto a dare una propria occhiata alle prove estrinseche ed è giunta alla conclusione che nulla abbia mai provato come a Quincy Jones fosse dovuto più di un tasso di royalty del 10% sulle vendite dei dischi. La corte d’appello ha potuto constatare che questo tasso era stato fissato, nulla che testimoniasse il contrario.

Sulla questione degli utili della joint venture, il parere afferma che:

L’aggiudicazione di $ 5.315.787 a favore di Quincy Jones deve essere annullata perché si basava sulla conclusione impropria della giuria secondo cui:

(1) gli Accordi con i produttori intitolassero Jones a una quota delle entrate nette per le licenze d’uso dei Master;

(2) gli Accordi con i produttori avessero autorizzato Jones a oltre il 10 percento delle vendite dei dischi se la Sony avesse aumentato nel tempo il tasso di royalties di Jackson negli Accordi di registrazione.

La corte d’appello ha concluso inoltre che gli accordi dei produttori non autorizzavano Jones a ricevere commissioni per i remix dei masters e, al tempo stesso, i danni richiesti nello specifico, sarebbero risultati troppo speculativi.

Il caso è quindi stato rinviato al giudice del processo, che dovrà ora presumibilmente tagliare bruscamente il risarcimento fino ad oggi stabilito, sulla base della decisione odierna.MJJ Productions era rappresentata di team di Kinsella Weitzman.

LINK: https://www.hollywoodreporter.com/thr-esq/quincy-jones-94m-win-michael-jackson-royalty-suit-wiped-by-appeals-court-1293352?fbclid=IwAR3VT-qxBTIe_1nwjEM6m9cLvD48sRwOz67u1mwzY3dPmBDcn-BxmGlYKr8

Foto Quincy Jones: https://www.flickr.com/photos/cfccreates/14167860592 (Canadian Film Center / Sam Santos)

Foto license: https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/deed.it

40 ANNI DI OFF THE WALL

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L’album “nero” di Michael Jackson che ha fatto ballare i bianchi.

Gli anni ’70 sono sicuramente stati uno dei periodi più prolifici per quanto riguarda la musica. In particolar modo per un certo tipo di musica dance e R&B che ha contribuito al successo di artisti come i “Bee Gees“, ” Earth Wind & Fire“, “Gloria Gaynor“, “Donna Summer” e “James Brown” tra gli altri.

Emergere in un panorama musicale così ricco e nel quale la scuola “Motown” la faceva da padrona per quanto riguarda la black music non è sicuramente stato semplice.

Eppure un giovane Michael Jackson, appena uscito dall’esperienza cinematografica di “The Wiz“, aveva avuto l’intuizione di sfruttare l’amicizia con Quincy Jones per produrre il proprio disco solista, un lavoro che l’avrebbe di fatto inserito di diritto in quell’olimpo di artisti di colore pronti ad esportare la loro musica in tutto il mondo.

Perchè “Off The Wall” nasceva per quello.

A Michael la famiglia Motown (e dei fratelli) andava stretta. Erano anni che i Jacksons macinavano successi ma niente sarebbe stato più come prima dopo l’uscita di “Off The Wall”. Con questo disco Jackson puntava al resto del mondo. Voleva semplicemente andare “oltre il muro”. Sognava la sua musica suonata ovunque ma sopratutto un disco che avrebbe unito la black music con la disco music dei bianchi in un unico linguaggio universale.

“Off The Wall”, in questo senso, resta un formidabile dizionario per decifrare quello che la gente avrebbe voluto sentire negli anni a venire. Un Michael più maturo, dai testi più profondi ma anche una dance che potesse competere con i più grandi successi del momento di “Grease” e “Staying Alive“.

Il disco ebbe un profondo impatto nella cultura musicale del tempo grazie anche a collaborazioni con Stevie Wonder, Paul McCartney, Patti Austin, Carol Bayer Sager e a strumentisti di livello come i Toto, Greg Phillinganes e Paulinho Da Costa, ma è l’abilità compositiva di un genio come Rod Temperton e dello stesso Jackson, che emerge con “Don’t Stop ‘Til You Get Enough” “Get On The Floor” e “Working Day & Night“, a fare la differenza.

Michael è ormai un artista maturo, in grado di giostrare la propria voce attraverso ritmi forsennati passando per l’R&B più coinvolgente e le ballad romantiche. Il suo messaggio arriva ovunque. Il disco funziona nelle balere che stanno per diventare discoteche, così come nelle radio.

L’industria musicale, che fino al giorno prima riteneva Jackson non pronto per il grande salto, è costretta a tornare sui suoi passi. Persino lo slang jacksoniano, con i suoi urletti e sospiri, viene sdoganato e diverrà un vero e proprio marchio di fabbrica.

E’ un Michael Jackson che si presenta al mondo, con un nuovo sound e un nuovo look. Non più confinato negli Stati Uniti ma apprezzato solista, da li in poi, un po’ ovunque. E’ l’inizio di un percorso che lo vedrà vincere un Grammy Award come miglior voce maschile R&B per il brano “Don’t Stop ‘Til You Get Enought” e vendere milioni di copie nel mondo.

“Off The Wall” rimane un caposaldo della discografia jacksoniana. Dal 1979 ad oggi sono passati quaranta anni, ma canzoni (e video) come “Rock With You“, “Don’t Stop ‘Til You Get Enought“, “Working Day & Night” e la stessa title track “Off The Wall” sono qualcosa di ben radicato nella musica popolare black di tutti i tempi. Ma hanno anche avuto il merito di sfondare i confini americani per portare il loro ritmo ai quattro angoli del mondo.

Con “Off The Wall” il muro viene abbattuto e la musica, come linguaggio universale, viaggia attraverso le note di un Michael Jackson che dice al mondo “Eccomi, sono pronto, seguitemi e vi stupirò“.

Una promessa che Michael ha mantenuto. E che ancora oggi non smette di farci ballare con un disco nato molti anni fa ma che, una volta sul piatto, suona come un prodotto senza tempo.