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HBO PERDE L’APPELLO
SI VA VERSO L’ARBITRATO

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L’emittente americana perde l’appello


La querelle che vede contrapposte l’Estate di Michael Jackson e l’emittente americana HBO, citata in giudizio per aver mandato in onda il documentario “Leaving Neverland”, si avvia alla conclusione sperata dai legali del re del pop.

HBO ha perso l’ultimo appello che tentava di far considerare gli accordi del 1992 (quelli relativi alla messa in onda del concerto del Dangerous World Tour) con Michael Jackson irrilevanti rispetto al successivo comportamento diffamatorio d’emittente a fianco di Wade Robson e James Safechuck.

Non la pensano così però i giudici che sono stati chiamati a decidere il da farsi. In particolar modo, la sentenza mette in risalto come “tra le parti esistesse una clausola compromissoria piuttosto ampia” che, di fatto, impedirebbe a HBO di mettere in cattiva luce, diffamare e/o in qualche modo disprezzare il cantante anche in produzioni successive alla prima.

Lo scorso anno un giudice concesse la procedura di arbitrato all’Estate. L’emittente si oppose appellandosi alla decisione ritenendo di non essere obbligata a sottostare ad una clausola di quasi trent’anni prima.


Giudici rimandano all’arbitrato.


Ma anche questa volta, un consiglio di tre giudici ha dato ragione a Michael, riconoscendo il carattere ampio e vincolante del primo contratto del 1992 sulle successive produzioni. Anche l’argomentazione della difesa che di fatto “quell’accordo avrebbe concluso i suoi effetti” non ha convinto i giudici, secondo i quali occorrerà rivolgersi alla procedura di arbitrato per verificare se l’istanza sollevata dall’Estate sia meritoria o meno di un risarcimento in virtù di un comportamento diffamatorio dell’emittente.

Sempre secondo i giudici, quella clausola, legherebbe ancora le parti in causa. Ad HBO ora non resta che appellarsi contro l’intero consiglio del 9° Circuito della Corte d’Appello oppure prepararsi a discutere il caso in arbitrato.


ARBITRATO: Procedimento extra giudiziario che generalmente permette una risoluzione molto più veloce del processo vero e proprio nel quale le parti si accordano affinché un “arbitro” (o più) possa decidere in merito alla questione. Decisione che avrà valore legale (e finale) per entrambi.

Corte D’Appello applica nuova legge in California

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Era nell’aria da qualche tempo… Le leggi Californiane a partire dal primo gennaio 2020, estendono le tutele per le presunte vittime di reati di abusi/pedofilia fino al compimento del 40esimo anno di età.

In seguito a questa nuova normativa la Corte d’Appello, alla quale avevano fatto riferimento i legali di Robson e Safechuck, concede il diritto di esporre di fronte ad una giuria il loro caso (ed eventuali prove).

In base alla sentenza (che rimanda ad un eventuale nuova causa e non entra nel merito dei procedimenti finora stralciati), i due potranno citare in giudizio l’Estate del cantante ed eventuali dipendenti di Jackson che, secondo l’accusa, avrebbero di fatto favorito i comportamenti del cantante.

L’Estate di Jackson nel frattempo ha rilasciato un breve statement a TMZ:

“La Corte d’Appello NON ha riaperto le cause legali di Mr. Robson e Mr. Safechuck contro l’Estate di Michael Jackson. Entrambe queste cause sono state archiviate nel 2016. I due poi assurdamente affermano che i dipendenti di Michael siano in qualche modo responsabili di abusi sessuali che non sono mai avvenuti.”

Alla luce dei fatti di questi giorni, è quindi probabile che si tornerà a parlare dei fatti di Leaving Neverland anche nel 2020.

Articolo originale: https://www.tmz.com/2020/01/03/michael-jacksons-accusers-allowed-to-sue-for-sexual-abuse/?fbclid=IwAR0P1nVcmxtq30-x8NtwZSNXBTd4M3EowMQkxbt5vgOa-mxKx74CLk_7MOk